La Stazione di Feltre festeggerà i 60 anni dall’istituzione del Soccorso alpino mercoledì prossimo, 3 dicembre, proponendo nell’ambito del progetto ‘I mercoledì della salute’ dell’Ulss n.2 di Feltre, l’iniziativa aperta a tutti ‘In montagna sicuri d’Inverno’, in programma alle 18 nella Sala Piccolotto dell’ospedale di Feltre.
Di seguito viene ripercorsa l’attività di soccorso dalla sua nascita, concludendo con una statistica degli interventi degli ultimi 5 anni e con l’attuale composizione dell’organico.
La storia dell’alpinismo feltrino ha origini relativamente recenti venendo a coincidere con la costituzione della locale Sezione CAI (1922) e per questa ragione non si trovano tracce di attività di soccorso alpino risalenti all’epoca dell’alpinismo dei pionieri della seconda metà dell’800 e dei primi del ‘900.
E’ tuttavia probabile che, nei secoli trascorsi, per la numerosa e stabile presenza di pastori, boscaioli e cacciatori, sui pascoli di alta quota, sugli aspri versanti delle valli e sulle ardite cenge delle montagne, anche le Alpi Feltrine, abbiano conosciuto il moto spontaneo e solidale delle genti delle vallate in soccorso delle donne e degli uomini infortunati nel duro lavoro dei monti o sorpresi dalla bufera e dalla neve.
Ma, per tornare alle origini del soccorso alpino feltrino, occorre andare a quel tragico 7 agosto 1930 allorché Annetta Guadagnin, giovane ed abile alpinista feltrina, durante la salita della parete nord ovest del Sass de Mura cadeva perdendo la vita. Furono i suoi compagni di cordata, giovani alpinisti appartenenti alla sezione CAI, che la recuperarono e portarono a valle.
Nel corso del 1952 e 1953 alcuni eventi significativi, che videro protagonisti e soccorritori occasionali i giovani alpinisti feltrini, posero all’ordine del giorno della Sezione CAI l’esigenza della creazione di una organizzazione stabile destinata all’attività di soccorso alpino.
Si pose quindi il problema, all’interno della Sezione CAI, della creazione di una struttura organizzata e stabile destinata al soccorso alpino e, su iniziativa del segretario Lanciato e dei dirigenti Menegazzo e Bertelle, prontamente recepita dal Presidente ing. Dante Vardanega, vennero avviati contatti con il Soccorso Alpino della SAT, già organizzato dall’intraprendente lungimiranza di Scipio Stenico.
Nel gennaio 1954 questi contatti si concretizzarono con la formalizzazione, da parte della Sezione CAI, del progetto di costituzione della stazione feltrina di soccorso alpino “composta di 10-15 uomini disponibili partire subito ogni giornata per zona Pizzocco-Arera-Brendol-Gruppo Cimonega-Vette Feltrine”.
Fu così che, dopo un nutrito scambio di lettere tra la Sezione, il CAI Centrale e la SAT, il Presidente della Sezione Cai di Feltre, nel corso dei festeggiamenti per il rientro della spedizione italiana al K2, si incontrò con il dott. Mario Brovelli, referente organizzativo per la Provincia di Belluno indicato dalla Commissione Centrale Soccorsi Alpini del CAI, affidata alla direzione dello stesso Scipio Scenico.
La stazione venne formalmente costituita nell’agosto-settembre 1954, con l’invio delle domande di iscrizione dei volontari Orazio Bertelle, Enrico Bertoldin, Walter Bodo, Giovanni Bongiana, Gino Conz, Dino De Toffoli, Gianfranco Garbin, Ennio Lanciato, Giocondo Piazza, Angelo Turro, Remo Turro, Giovanni Zadra; capo Stazione fu designato lo stesso presidente della Sezione CAI Dante Vardanega.
La Stazione di Feltre del Soccorso Alpino può dunque legittimamente andare orgogliosa di essere stata una delle stazioni costituenti (con Agordo, Auronzo, Belluno, Cortina, Pieve di Cadore, S. Vito, Sappada e Val Complico) della Delegazione II^ Bellunese, nata nel 1954, che insieme alle delegazioni di Udine-Tarvisio, Alto Adige, Trento, Edolo, Bergamo, Sondrio, Biella, Aosta, Borgosesia e Domodossola diedero vita il 12.12.1954 al “Corpo di Soccorso Alpino del CAI”.
Era tuttavia evidente che l’ing. Vardanega, completata la fase costituente, non potesse continuare a svolgere contemporaneamente le funzioni di Presidente della Sezione CAI e di responsabile della neonata Stazione di Soccorso; si rendeva inoltre necessario reperire una sede presso la quale fosse resa possibile una reperibilità telefonica continua ed organizzare con materiali e mezzi adeguati la neonata struttura.
Si rese generosamente disponibile a ciò il rag. Franco De Biasi, allora direttore dell’azienda di soggiorno e turismo di Feltre, amministratore impegnato, grande appassionato di montagna, instancabile organizzatore turistico e tessitore di relazioni, abile organizzatore e generoso, indimenticabile amico.
Assunto il comando della Stazione fin dai primi mesi del 1955, al suo impegno si deve la dotazione dei primi mezzi e materiali, la istituzione sul territorio dei posti di chiamata, la organizzazione sul territorio della rete di comunicazioni, il rafforzamento degli organici dei volontari, che nel 1955 raggiunsero il numero di 18 con l’ingresso di Guido Cerni, Dionigi D’Alberto, Vettor Delaito, Emiliano Meneghel e Dario Palminteri.
Nello stesso periodo (1958) entrava a far parte della neocostituita Stazione di Soccorso anche don Giulio Perotto, che per lungo tempo è stato volontario della Stazione offrendo il suo aiuto, non solo spirituale.
E’ del 1964 (27.09.1964) il primo intervento con elicottero, utilizzando il velivolo di una troupe cinematografica presente in zona, che consentì il salvataggio ed il recupero sul versante nord del Sass de Mura di Tito Pierobon, giovane alpinista di S. Giustina, che diventerà a sua volta volontario della Stazione e si renderà protagonista, qualche anno dopo, della storica salita della parete nord del Sass de Mura.
Si deve sempre all’iniziativa di Franco De Biasi e all’impegno di Paolo De Paoli, comandante dei Vigili del Fuoco Volontari e membro del CNSAS dal 1967, la organizzazione della base radio e del magazzino della Stazione presso il Distaccamento dei Vigili del Fuoco di Feltre, offrendo così un servizio di reperibilità continua, tramite l’impiego del personale di guardia attiva dei Vigili del Fuoco, assicurando così la più efficace tempestività di intervento.
Nel 1977 Franco De Biasi lasciava la direzione della Stazione dopo ventidue anni di costante impegno, sostituito da Franco Di Palma, anch’egli funzionario dell’Ufficio Turistico di Feltre, volontario della Stazione dal 1955, infaticabile e paziente organizzatore, dirigente della Sezione CAI, della quale sarà più volte anche Presidente, uomo schivo e riservato quanto generoso e caro amico.
Franco Di Palma, detto affettuosamente “Cia”, dirigerà la Stazione con grande dedizione e disponibilità fino al 1987, per ben dieci anni, nei quali ha saputo consolidare l’organizzazione, dando piena fiducia alle nuove leve e portando l’organico della Stazione, con i necessari avvicendamenti, a 20 volontari.
A lui succede Giulio De Bortoli, volontario dal 1971, istruttore nazionale di alpinismo, fondatore del Gruppo Rocciatori e della Scuola di Alpinismo, uomo simbolo dell’alpinismo feltrino. A Giulio De Bortoli si deve l’azione di rinnovamento e di adeguamento della Stazione alle nuove linee guida sulla formazione e sull’organizzazione del soccorso, introdotte in questi ultimi anni, senza mai perdere di vista la natura ed i caratteri originari del nostro sodalizio.
Dal 2005 Sigfrido Dalla Rosa subentra al comando della Stazione, coadiuvato dal valido “vice” Marcello Broccon.
Nel corso degli anni l’attività è divenuta sempre più rilevante ed intensa e si è svolta prevalentemente con riguardo ad incidenti avvenuti nell’esercizio di attività escursionistiche ed alpinistiche, ma anche al soccorso di persone impegnate nella ricerca di funghi o addette ai lavori agricoli e boschivi, alla ricerca di persone anziane e malate, all’intervento nelle calamità (slavine, inondazioni, incidenti aerei e stradali).
Ciò costituisce ulteriore conferma dell’essenziale ruolo svolto dalla Stazione di Soccorso Alpino non solo nei riguardi degli alpinisti ed escursionisti che frequentano le nostre montagne, ma anche come presidio alla sicurezza delle persone che vivono in montagna.
Non è mancata nemmeno l’attiva partecipazione dei volontari della Stazione all’azione di soccorso in occasione della grandi calamità naturali che hanno colpito il nostro Paese negli ultimi anni, come in occasione dell’alluvione del Piemonte, nel terremoto in Abruzzo e nell’emergenza neve delle Marche.
Negli ultimi cinque anni il numero degli interventi e delle persone soccorse ha conosciuto un ulteriore incremento: ben 163 sono stati gli interventi (una media di quasi 33 interventi l’anno) durante i quali sono state soccorse 143 persone (mediamente 29 persone all’anno).
Attualmente l’organico è composto da 18 Operatori di Soccorso Alpino, 5 Tecnici di Soccorso Alpino, 3 Istruttori Regionali e Tecnici di Elisoccorso, 1 Operatore in Forra, 2 Tecnici di Ricerca e di Centrale Operativa, 1 Medico e 1 Infermiere.
(fonte: Soccorso Alpino del Veneto)